Il nostro network: News | Turismo | I 92 comuni | Ultim'ora e Politica | Guide | Hotels e Alloggi | Prenotazioni | Ristoranti e Locali | Shopping | Casa | Wedding/Matrimoni | Turismo Religioso | Facebook | Twitter | YouTube | Google+ | iPhone | Android
Giovedì 18 Aprile 2024
Italiano English

Booking.com

Nel silenzio tra due onde: astrazione e semplicità nell’arte contemporanea cinese

Todi (PG) -

Sabato 30 agosto 2014 alle ore 18.00, presso la propria sede di Todi (Corso Cavour 57-

59), BRIC Art
inaugura la mostra Nel silenzio tra due onde: astrazione e semplicità

nell’arte contemporanea cinese.


BRIC Art, società cinese che si occupa di promuovere l’arte contemporanea del paese

asiatico e che già gestisce a Pechino uno dei più importanti spazi espositivi della

capitale, ha deciso di puntare anche sull’Italia, allestendo una sede a Todi (The BRIC Art

Space), che ospiterà la mostra fino al prossimo 15 ottobre.

Nel 1991 R. S. Levine, Professore di Architettura nell’Università del Kentucky (USA),

indicò Todi quale modello di “città sostenibile”, sia per le sue dimensioni, sia anche per

la sua capacità di re-inventare continuamente se stessa nel tempo. Ed è precisamente

a questa filosofia di vita che si ricollega BRIC Art, individuando nella città di Todi il luogo

per stabilire il suo secondo spazio espositivo, dopo quello di Pechino.

Gli artisti cinesi, di cui BRIC Art ha selezionato le opere per la mostra di Todi, sono Cao

Jigang, Guang Jingjing, Sun Ce e Tian Xiaolei. E’ stata inoltre inclusa una sottosezione

dedicata a tre giovani artisti provenienti dalla Facoltà di Arte della Tsinghua University di

Pechino: Chen Yu, Sun Moqing e Wen Le.

“Il nostro obiettivo – spiega il Direttore Artistico di BRIC Art, Filippo Fabrocini - è quello

di offrire agli studiosi, ai collezionisti e, in generale, al più vasto pubblico una visione

comprensiva di uno sforzo artistico che è al momento scarsamente conosciuto in Italia

ma che sta catalizzando un crescente interesse nel resto dell’Europa, negli Stati Uniti e,

ovviamente, in Asia”.

Il poeta Zhao Ye ha scritto recentemente a proposito del suo stesso paese, la Cina: “(...)

la situazione che fronteggiamo può essere riassunta nel fatto che la nazione sopravvive,

ma la terra è morta. La nostra civilizzazione è stata oltraggiata molti anni fa, ormai

abbandonata al tramonto con il solo vento che spira dall’ovest”. Quest’affermazione è

cruciale al fine di comprendere la maggior parte delle opere che sono state selezionate

per questa mostra. Oggi la Cina si trova a confrontarsi con un materialismo e un

consumismo crescenti, congiuntamente ad un processo di industrializzazione

selvaggio, che ha inquinato e devastato mortalmente l’ambiente circostante. Inoltre,

in questa spinta verso la “modernizzazione”, non sembra esserci alcuna sensibilità nel

distinguere ciò che è “antico” rispetto a ciò che è semplicemente “vecchio”, con la

conseguenza che edifici di rilevanza storica invece che monumenti anche importanti

sono stati rasi al suolo per far spazio a costruzioni immense, aree commerciali oppure

residenziali, siti industriali. La storia è sempre più assente dalla Cina, la sua natura è

sempre più devastata. Sono questi i problemi con cui gli artisti selezionati per la mostra

di Todi si confrontano: la scomparsa della natura congiuntamente alla scomparsa della

memoria del passato.

La loro arte è sostanzialmente e formalmente distante dallo stile occidentalizzante della

maggior parte dell’arte contemporanea cinese, almeno da quella che ha ricevuto le

maggiori attenzioni dal mondo occidentale. Stiamo parlando di autori come Fang Lijun,

Wang Guangyi e Yue Minjun, molto noti in Occidente. Sono molte le caratteristiche delle

opere prossimamente esposte a Todi che le rendono estremamente interessanti, per

non dire eccitanti. Tutti questi artisti amano alimentare le proprie idee prendendo le

mosse dalla tradizione filosofica e dalla spiritualità della loro millenaria cultura. Tutti

questi artisti preferiscono interrogarsi sul significato ultimo della loro esistenza al fine

di difendersi dalle false apparenze derivanti da un materialismo sempre più dominante.

Tutti loro guardano al processo di creazione artistica come a un processo di auto-consapevolezza,

una interminabile e paziente disamina del costante flusso di pensieri,

percezioni ed emozioni che costituisce la nostra stessa vita. È la sati della pratica

buddhista, termine a cui la traduzione “auto-consapevolezza” non rende pienamente

giustizia. La parola Pali sati, infatti, rimanda ad un processo di ritenzione del passato,

alla memoria del passato.

Questo è il motivo per il quale BRIC Art ha deciso di veicolare le opere di questi artisti

in Europa. “Infatti – conclude Fabrocini – siamo convinti che essi rappresentino il futuro

dell’arte contemporanea cinese. Essi interpretano questo straordinario movimento dal

passato al presente e dal presente al futuro, congiuntamente al movimento dal locale al

globale e viceversa, che rende l’arte realmente contemporanea”.



Per contatti:


BRIC Art Space


Alessandra Pierelli | Tel. +39 347 3647939 | e-mail: pressconference@thebricart.com

Maria Virginia Leonori | Tel. +39 349 3627233 | e-mail: virginia@thebricart.com

[Fonte: Umbria OnLine]

Condividi su: Facebook Digg Delicious Technorati Google Bookmarks OK Notizie Wikio Italia

Mappa

Calcola percorso in auto

Umbria OnLine pubblicità

MAPPA DEGLI HOTELS DELLA CITTA' DI PERUGIA:

Booking.com